Martina Colombari - l'arte è in tutti noi


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Una noiosa domenica sera. Mentre la mia unica occupazione era quella di rigirarmi sul divano e sfogliare distrattamente una rivista, ricevo improvvisamente una telefonata da parte di una mia amica, chiamiamola Mad. Parliamo del più e del meno quando mi comunica che ha riflettuto ma non sa proprio dove pubblicare l'articolo, perché in fondo è soltanto una oscura correttrice di un giornale (importante) che sta cercando invano di cambiare ufficio. Inizialmente mi chiedo se per sbaglio, qualcuno della redazione non le abbia riempito la sua solita bottiglia d'acqua con qualcosa di più forte ma poi mi ricordo di averle mandato tempo fa un articolo sulla educazione (scritto da un mio amico) ed evidentemente non ho cancellato la mail originale in cui mi veniva chiesto di pubblicarlo da qualche parte.

La mia meravigliosa Mad mi dice: "come ben sai, tutti ormai scrivono e solo se si hanno conoscenze nel mondo dell'editoria (ma ad alti livelli) questo può accadere, vedi Martina Colombari che ha fatto una mostra di sue foto manco fosse Francesca Woodman". Ammetto di avere amicizie che a volte sono una fonte inesauribile di informazioni, curiosità e spunti involontari per la mia rubrica. Chi sia Martina Colombari si sa già ma il nome di Francesca Woodman per me rappresenta una novità e dato che senza le novità non ci sarebbe un'evoluzione di noi esseri umani comincio la mia evoluzione personale facendo una ricerca in rete. Se provate ad inserire il suo nome sui principali motori di ricerca, prima delle informazioni sul personaggio vi saranno mostrare le sue opere, i suoi scatti fotografici. Guardando velocemente le immagini, peraltro belle, mi sembra si tratta di un'artista degna di essere chiamata tale, il classico tipo sofferente, incompreso che a posto di una vita sceglie una non vita e nel 1981 si suicida.

Tempo fa ho letto un libro di cui ricordo l'autore ma non il titolo esatto e all'interno di questo libro, di discutibile contenuto, tutte le vite vengono definite delle opere d'arte in quanto uniche, tutti noi siamo degli artisti. E' sufficiente fare qualche scatto oppure scrivere qualcosa per essere definiti tali? Di che cosa parliamo quando parliamo di arte? Una famosa enciclopedia sembra non avere dubbi sull'argomento, la sua definizione si estende ad ogni attività umana, non importa se derivante dallo studio o dalla esperienza vissuta, purché porti ad una espressione estetica. Oggi pomeriggio sono stata in un rinomato negozio di giocattoli creativi. Ho comprato un cavalletto da pittore, una tela, tre pennelli, degli acquarelli e la paletta di legno coordinata.

Un autoritratto di Martina Colombari

Il mio piccolo amico Luka che il giorno di Natale compirà sei anni, seconda la confezione del gioco e secondo la definizione trovata sulla enciclopedia diventerà pittore - artista. Se collego le due cose, forse lo scrittore che io definisco di dubbio contenuto, aveva ragione. Forse tutti noi siamo degli artisti, c'è a chi riesce meglio, a chi riesce peggio. A questo punto un mio amico (autore dell'articolo sulla educazione) direbbe, chissà, poi sarà. Se ci pensate bene questa cosa ha una sua logica ed in base a questa logica il fatto che Martina abbia esposto i suoi autoscatti allo Spazio Forma di Milano non è poi così strano: è una persona come tante altre che si cimenta in un'attività che porta ad una espressione estetica, dunque può essere definita artista. Certo, rimane il fatto che non tutti sono così fortunati (e neanche così noti) da avere uno spazio per poter esporre i propri lavori e manco per avere tutta questa pubblicità intorno.

Quando ho letto la notizia della mostra di Martina Colombari pensavo che avrei scritto un articolo polemico seguendo il pensiero della mia (talvolta) cinica amica Mad. Ero già pronta a scrivere cose sui raccomandati, sul fatto che si va avanti solo con le conoscenze giuste, che l'Italia sia un paese della non cultura, della superficialità ma poi mi sono fermata. Dopotutto chi sono io per giudicare? E poi, ci stiamo avvicinando a Natale e dicono che bisogna essere più buoni.

Dicembre 2010