Barbara Berlusconi dopo dieci anni lascia Giorgio Valaguzza


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Diciamocela tutta. Parlare di gossip dopo un po' stufa. Non so se ultimamente vi è capitato di fare un giro tra le principali pagine web italiane. Ramazzotti, dopo quattordici anni diventa di nuovo padre. Alessia Marcuzzi è incinta di Francesco Facchinetti. George Clooney non sposerà mai Elisabetta Canalis. Nina Moric impedisce all'ex marito Fabrizio Corona di vedere il figlio, Carlos Maria. Potrei farvi ancora una lunga lista di questo genere di notizie ma vi capisco e quindi mi fermo. Purtroppo per voi vi devo dare una notizia di gossip perché questa è la pagina dedicata ma vi prometto che userò la notizia per andare oltre. Pronti? Via!

Barbara Berlusconi, 26 anni, madre di due bambini (Alessandro di 3 anni ed Edoardo di 18 mesi), lascia lo storico fidanzato Giorgio Valaguzza per mettersi insieme ad Alexander Pato, il calciatore del Milan, 21 anni, già divorziato. Un'amica di mia madre commenterebbe questa notizia dicendo: "non c'è più religione". Io invece mi sento ispirata da questa "bomba" per provare a fare qualche riflessione sociologica perché del resto viviamo in una società. Quello che non smette mai di sorprendermi sono le notizie da cui traspare una certa facilità nei rapporti uomini/donna. Tutte le cose che leggo mi danno questa impressione e non mi sembra si tratti soltanto di un fenomeno tra i giovani. Direi piuttosto che si tratta di una moda che coinvolge tutti, i vips e noi, comuni mortali. Insomma, un nuovo fenomeno di costume.

Tempo fa mio padre mi ha detto: "una volta si metteva insieme perché la vita in due era più facile ed economicamente si viveva meglio". Più ci penso e più mi sembra che questa riflessione abbia un fondo di verità. Quello che mi viene spontaneo chiedermi è il seguente: oggi siamo diventati tutti così emancipati che non abbiamo più bisogno di quello che una volta veniva definita l'altra parte della mela? Trovo inquietante il fatto che non ci si prova più fino in fondo o almeno così mi sembra. Ho la sensazione che alla prima difficoltà si mandi il partner in panchina (giusto per rimanere nel tema calcistico) e si convochi un altro giocatore. Per quanto? Fino alla fine del primo tempo o magari fino alla fine della partita? Mi pare che il tutto abbia la durata di un istante.

Che le persone come Barbara Berlusconi siano facilitate nella vita si sa. Non credo che abbia grossi problemi a vivere da sola e mantenere i suoi due figli. Ma si tratta di un fenomeno che riscontro sempre di più tra le persone comuni e tutto questo mi fa pensare che ci sia qualcosa di sbagliato alla radice della nostra generazione di trentenni. Finché si sta insieme, ci si cornifica (si sa che l'Italia è il paese dei cornuti) e si separa, va bene ma decidere di mettere al mondo un figlio presume una certa maturità. Leggo sempre di più notizie delle coppie che si separano con figli ancora in fasce e cambiano fidanzati. Tutto questo come può influenzare un bambino nella sua crescita? Rischierò anche di passare per una "old fashion" ma sono dell'opinione che una certa stabilità familiare sia necessaria per uno sviluppo psicologico almeno durante i primi anni dell'infanzia.

Sembra che oggi non si crede più nelle unioni e che sia diventata una normalità la famiglia "Cesaroni" (come li chiamo io). Quanto poi sia normale è ancora tutto da vedere. Quando faccio questo tipo di riflessioni mi viene sempre in mente il titolo di un film di Verdone che peraltro adoro; "L'amore è eterno finché dura". Forse in questa epoca non ci è concesso essere ottimisti, sognatori e romantici, forse bisogna accontentarsi "finché dura" oppure di un "basta che funzioni" come diceva Woody Allen.

Febbraio 2011